A poche ore dalla pubblicazione del DPCM riferito alle nuove misure di contenimento della diffusione del Coronavirus, Cosmetica Italia lancia un accorato appello alle istituzioni e all'opinione pubblica volto a ribadire il ruolo economico-sociale dell'industria cosmetica nel nostro Paese e sottolineare l'importanza che tutte le attività della filiera, in primis saloni e centri estetici, proseguano in piena sicurezza. «In questa situazione di grave emergenza e con pieno spirito di responsabilità, la nostra industria – commenta il presidente di Cosmetica Italia, Renato Ancorotti – non si è mai tirata indietro e ha lavorato con grande impegno per garantire, senza interruzioni, l’accesso ai beni essenziali di igiene personale e la fruizione dei servizi di cura alla persona secondo i più alti standard di sicurezza. Per questo vuole scongiurare una nuova eventuale chiusura dei canali di vendita dei prodotti cosmetici e di igiene personale, dei saloni di acconciatura e dei centri estetici».
Distanziamento, mascherina e igiene delle mani: tre semplici azioni in tutti i saloni
L’intero comparto cosmetico nazionale, consapevole di quanto i prodotti di igiene personale rappresentino un bene fondamentale per contrastare l’emergenza sanitaria, si fa portavoce di un messaggio di responsabilità promuovendo le tre semplici azioni fondamentali per limitare la diffusione dei contagi: distanziamento sociale, mascherina e igiene delle mani.
Quest’ultimo punto, il lavaggio frequente delle mani, indicato da tutte le autorità sanitarie, a partire dall’OMS, come una delle principali misure precauzionali per limitare la propagazione del virus, riguarda direttamente il settore della cosmesi. Un comparto che, infatti, non si è mai fermato, neanche durante il lockdown della scorsa primavera, per garantire la fornitura di prodotti indispensabili per la protezione, la prevenzione e la cura di sé, quali – tra gli altri – saponi e igienizzanti per le mani, prodotti per l’igiene orale, detergenti per il corpo e per i capelli.
In vista dell’adozione di nuove misure restrittive a livello nazionale e locale, in questa fase di recrudescenza della pandemia, l’associazione di categoria del settore cosmetico ribadisce l’importanza di continuare ad assicurare la fabbricazione di queste tipologie di prodotto e la loro distribuzione, presso gdo, profumerie, erboristerie, negozi monomarca e specializzati in casa&toelette. Questi punti vendita, infatti, sono per i cittadini, i principali canali di accesso a questi beni indispensabili.
Saloni di acconciatura ed estetica sono ambienti sicuri: non si hanno notizie di focolai
Anche la prosecuzione in sicurezza dei servizi di cura persona, quali saloni di acconciatura ed estetica, è stata garantita in queste settimane. Grazie ai rigidi protocolli anti-contagio legati all’emergenza Covid, che si sono sommati alle già severe norme a tutela della salute e del benessere dei clienti di questi esercizi, non si hanno notizie di focolai sviluppatisi in questi ambienti.
Come noto, infatti, già dalla riapertura del 18 maggio, in seguito all’interruzione legata al lockdown, queste attività non presentano rischi di assembramento, grazie al contingentamento degli ingressi, fissati su appuntamento.
Interrompere queste attività, inoltre, porterebbe a un’impennata del lavoro nero a domicilio che, essendo svolto senza controlli né misure di sicurezza, incrementerebbe in modo esponenziale il pericolo di contagio che le restrizioni vorrebbero evitare.
Un'industria che fa del bene al Paese
L’eventuale chiusura dei canali di vendita dei prodotti cosmetici e di igiene personale e la sospensione dei servizi di acconciatura ed estetica avranno impatti economici e occupazionali che l’intera filiera produttiva non sarebbe in grado di sostenere in quanto sta ancora recuperando i danni derivanti dal primo lockdown. «Per uscire da questa crisi – conclude Ancorotti – c’è bisogno dell’impegno di tutti e la cosmesi vuole fare la sua parte e continuare ad essere un’industria che fa bene al Paese, contribuendo in modo concreto alla definizione di misure economicamente e socialmente sostenibili per il contrasto alla pandemia».