Artista, fumettista, designer e musicista italiano, Massimo Giacon è noto per la sua versatilità e per il ricco contributo fornito in numerosi campi creativi. Nato a Padova nel 1961, ha iniziato la sua carriera negli anni '80 come fumettista, collaborando con riviste italiane di rilievo come Frigidaire, Linus, e Il Male, fucine del movimento underground dove ha potuto sviluppare uno stile unico, ironico e surreale.
Negli anni successivi, Giacon ha esteso la sua attività al design, collaborando con aziende come Alessi (brand protagonista nel settore) e creando oggetti dallo stile giocoso e distintivo, spesso con un tocco di colorato umorismo e di lucida provocazione. Oltre al fumetto e al design, si è dedicato alla musica e alle arti visive, come la pittura e la scultura, esplorando temi spesso legati alla società contemporanea e alla contraddittoria cultura pop.
Oggi si è specializzato con la tecnologia 3D e realizza originali oggetti tridimensionali, che confermano la sua capacità di mescolare elementi di comicità, riflessione e critica sociale. Lo abbiamo intervistato per Unghie&bellezza 112, coinvolgendo quindi la nail artist Martina Biocco per riportare sulla manicure le creazioni del celebre artista.
Dal fumetto alla tecnologia 3D, cosa ti ha portato a esplorare questo nuovo linguaggio?
È stato un passaggio quasi forzato, lavoravo da tempo per Alessi ed ero abbastanza stanco di lavorare di fianco a modellisti che dovevano “interpretare” i miei disegni, per cui a un certo punto mi sono studiato un paio di programmi di modellazione 3D che potevano essere affini alle mie esigenze e ho iniziato finalmente a sentirmi più autonomo.
Ci sono similitudini o assonanze fra le tue prime opere, i disegni e i personaggi che ti hanno reso celebre, e queste nuove "creature" tridimensionali? Esiste un filo conduttore?
Sicuramente, non sono così schizofrenico da cambiare il mio modo di disegnare passando da un media all’altro. I miei lavori in 3D sono quindi decisamente una estensione della mia creatività.
Quali messaggi veicolano i tuoi personaggi? Ci sono agganci all'attualità, alla realtà che viviamo?
Quando ho iniziato la serie The Pop Will Eat Himself la mia intenzione era quella di creare dei pupazzi-giocattoli un po’ malati, come se fossero contaminati dalla nostra corruzione, poi inevitabilmente uno li vede così colorati, levigati, apparentemente allegri, e quindi di conseguenza hanno un’ambiguità ancora più accentuata, quasi perfida.
Come scegli i materiali e i colori delle tue stampe in 3D?
Tengo a precisare che io personalmente non possiedo una stampante 3D, e i miei lavori 3D sono finalizzati principalmente alla produzione di ceramiche e porcellane, sia per Alessi, quindi per una produzione di grandi tirature, che per Superego, che ha le tirature limitate di una produzione artistica. Lavoro quindi spesso con dei modellisti tradizionali che preparano dei modelli in creta partendo dai miei progetti 3D, ma ora i modelli vengono realizzati anche con stampanti 3D che stampano in nylon.
Pensi che questa tecnologia possa avere sviluppi concreti anche su altri settori creativi e artistici?
Lo è già, in campo artistico, design, medicina, ma perfino cibo. Esistono stampanti 3D che disegnano nuovi formati di pasta, e dispositivi che possono usare materiali polverizzati di qualsiasi tipo, non solo plastica, ma metalli, legni, marmo. Ci sono enormi stampanti 3D che vengono usate per produrre moduli per l’edilizia. Si possono realizzare oggetti che prima erano impossibili. Le applicazioni, accoppiate all’Intelligenza Artificiale, possono essere infinite.
A quali progetti stai lavorando?
Sto lavorando dall’inizio dell’anno a un progetto che si chiama 366. L’idea è molto semplice: un disegno al giorno per tutto l’anno. Ho iniziato il primo gennaio 2024 e finirò il 31 di dicembre. Quest’anno è bisestile (il 2024, ndr), e questo ha dato il nome al progetto, che è online e visibile all’indirizzo www.massimogiacon366.com. Ogni giorno disegno una notizia che mi ispira, può essere una notizia importante, come una notizia marginale, Che ci sia il sole o la pioggia, che stia bene o che stia male, alla fine della giornata il disegno deve essere completato.
Parliamo di estetica. Per un illustratore e designer, cosa significa "bellezza"?
La parola “bellezza” può dire tutto o niente. Ci sono cose di devastante bruttezza che fanno il giro e diventano sublimi. Hai presente The Substance? È un film sui canoni estetici imposti dal mondo dello spettacolo, dall’avanzare dell’età e dalla condizione femminile, e insieme un body horror estremo: le due cose si mischiano, in un minestrone di fotografia scintillante e spettacolo al limite del vedibile. D’altra parte il limite del mostrabile è costantemente superato dalla realtà.
Hai sempre lavorato con le tue mani, prima con la matita e ora, immaginiamo, con una tastiera: il nostro pubblico vuole sapere se ti concedi ogni tanto una manicure e se, per deformazione professionale o abitudine, guardi le mani delle altre persone, se sono scarabocchiate, o smaltate...
Uno che come me lavora con le mani ha problemi costanti con le proprie unghie, che si spezzano, si macchiano, si rigano. Se non fosse per mia moglie che ogni tanto mi costringe a fare la manicure sarebbero qualcosa di inguardabile!