Sostenibilità e circolarità nel settore cosmetico, fra sfide e opportunità

La sostenibilità e la circolarità sono imprescindibili oggi per l'economia globale a causa dei cambiamenti climatici e delle emergenze che minacciano il pianeta. La necessità di un'evoluzione sostenibile è un pilastro nelle agende dei governi. In Unione Europea le normative stanno diventando sempre più rigide per ridurre l'impatto ambientale di tutte le attività economiche. Il continente ha stabilito progetti specifici per i prossimi anni, con l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Secondo il Parlamento Europeo, i fondi investiti in politiche di sostenibilità stanno crescendo, con un terzo del bilancio dell’Unione attualmente destinato a iniziative sostenibili. Il 37% dei fondi di Next Generation EU sarà utilizzato per nuove soluzioni industriali a basso impatto.

Per perseguire lo scopo di un’economia sostenibile rimane tuttavia una questione ancora aperta: la mancanza di metriche scientifiche e parametri standard per definire la sostenibilità di un processo. Oggi la definizione che più di tutte raccoglie il consenso di imprenditori e stakeholder in tutto il mondo è quella formulata dalla Commissione Brundtland delle Nazioni Unite, che nel 1987 ha definito la sostenibilità come la necessità di “soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.

Tra tutte le industrie che lottano per raggiungere obiettivi sostenibili, come si sta muovendo l'industria cosmetica, e quale ruolo devono svolgere i player del settore?

Il primo tassello di una filiera sostenibile: gli ingredienti

Economia circolare e sostenibilità sono obiettivi attuali per il settore della bellezza: gli ingredienti green sono stati i protagonisti della trasformazione della filiera negli ultimi 2 anni. Gli esperti del settore si sono incontrati a Cosmoprof Worldwide Bologna lo scorso marzo e hanno evidenziato con realismo i possibili scenari di una supply chain circolare, con particolare attenzione a ingredienti e materie prime, in occasione della tavola rotonda “Green Ingredients: trends and opportunities”, (“Ingredienti green: tendenze e opportunità”), moderata da Iveta Kovacova, Research Director di ECOVIA Intelligence, un punto di riferimento nella ricerca e analisi dei prodotti naturali e sostenibili. A guidare l'industria verso ingredienti più sostenibili è il consumatore: “Quando usano prodotti di bellezza, le persone vogliono sentirsi meglio, e gli ingredienti green possono aiutare il consumatore a sentirsi meglio, unendo l’attenzione per la salute della pelle alla salvaguardai della salute del pianeta”, ha sottolineato Marios Vlachogiannis, Senior Product Manager e Co-founder di Coffeeco, un marchio che utilizza scarti di caffè per produrre i propri cosmetici. “Scegliere materie prime sostenibili aiuta le aziende a condividere una bella storia con i loro consumatori, e quando hai una bella storia per il tuo marchio puoi avere consumatori più attenti e fedeli. La comunicazione è un elemento strategico quando si scelgono soluzioni green”.

“Il mercato chiede prodotti che non siano solo sicuri per la pelle, ma anche per l'ambiente. Questo scenario crea grandi opportunità per i ricercatori, che possono studiare nuovi materiali derivanti dalla bio-tecnologia, dalla fermentazione, dalla bio-massa, dall’upcycling o dai principi della green chemistry”, ha evidenziato Benedetta Suardi, Scientific Director di KIKO S.p.A. “C'è inoltre un grande spazio per le software house per lo sviluppo di nuovi strumenti per aiutare a misurare l'impatto di un prodotto, perché i dati possono darci una visione reale e possono facilitare la definizione di una strategia per il futuro”.

“Regolamenti specifici e metriche sono vitali, perché gli ingredienti green devono poter essere utilizzata su larga scala”, ha ribadito Mark Smith, Direttore Generale di NATRUE - The International Natural and Organic Cosmetics Association. “Per questo motivo, sarà essenziale mettere a disposizione dei brand di prodotto finito, che acquistano ingredienti sostenibili, tutti i dettagli a disposizione in modo completamente trasparente. In futuro, nuove normative creeranno condizioni uguali per tutti i consumatori per scegliere prodotti con standard comuni. Acquistare prodotti sostenibili sarà più facile”.


La regolamentazione europea avrà un effetto positivo sul miglioramento dei processi di approvvigionamento green per le materie prime nel settore della bellezza, ma questo non basta. Come ha sottolineato Olivier Garnier, EMEA Sales Manager di Sytheon, azienda che lavora molecole attive innovative ispirate dalla natura: “La normalizzazione della sostenibilità è una grande sfida. Le normative purtroppo sono molto diverse tra l’Unione Europea da un lato e USA e Cina dall’altro. Anche le certificazioni non sono sufficienti per certificare ingredienti a basso impatto, perché molte volte si basano su auto-dichiarazioni delle aziende. Alla fine, la sostenibilità si basa su due principi: da una parte l'etica, dall’altra il dire la verità ai propri clienti, e di conseguenza ai consumatori”.

Realismo e trasparenza alla base di una filiera circolare

La circolarità è un obiettivo obbligatorio per l'industria della bellezza, e oggi ci sono molte soluzioni che potrebbero aiutare a raggiungere questo traguardo. Questo è ciò che è emerso da una delle tavole rotonde di Cosmoprof Worldwide Bologna 2024 intitolata “Resource Revolution: inventing a circular supply chain” (“Rivoluzione delle risorse: inventare una supply chain circolare”), moderata da Deanna Utroske, Beauty industry thought leader di DeannaUtroske.com.

Molti risultati per ridurre l'impronta di carbonio nel settore sono già stati raggiunti, ma il percorso è lungo e tortuoso. “Dobbiamo essere realistici”, ha sottolineato John Morgan, fondatore e CEO di Evoke Sustainable Packaging, durante la discussione. “Negli ultimi dieci anni circa ci sono state molte novità su tutti i fronti lungo la filiera, e molti sono gli sviluppi in corso. Stiamo cercando di creare un'infrastruttura di base solida, ma non siamo ancora giunti ad un livello tale da poterne trarre veramente beneficio. La nostra industria oggi deve ricominciare da capo. Abbiamo lavorato per decenni basandoci sui combustibili fossili e su una catena di fornitura lineare, ma ora tutti ci rendiamo conto che questo scenario non è più sostenibile nel mondo in cui viviamo ora. È qui che inizia la vera sfida”.


“Per il comparto del packaging è possibile costruire una supply chain circolare, ma non dobbiamo illuderci di poter coinvolgere tutti i suoi aspetti. L'elemento più importante è rafforzare la collaborazione tra tutti i player della catena, coinvolgendo i produttori di materiali, i fornitori, i proprietari dei brand e gli operatori della filiera del riciclo e della gestione dei rifiuti. I brand devono assumersi le loro responsabilità verso i consumatori e assicurarsi che tutti gli step del processo produttivo siano coerenti”, ha evidenziato Carlo Andriolo, CEO di Aliplast SPA, una società del Gruppo HERA, leader in Europa nel riciclaggio e nella lavorazione delle materie plastiche.

Il ruolo che i brand dovrebbero svolgere nell'economia circolare è stato perfettamente descritto da Boris Oak, CEO e Founder di EVOLVh Haircare e RUVI Skincare. L'azienda dà priorità alla circolarità nella propria catena di approvvigionamento; questo impegno è ben espresso dall’approccio alla raccolta di un ingrediente chiave per i loro prodotti, raccolto nelle giungle amazzoniche del Perù. Boris ha collaborato con un'organizzazione che supporta i raccoglitori di frutta in Amazzonia fornendo attrezzature da arrampicata e formazione. Questo garantisce la raccolta sostenibile della frutta per il prezioso olio necessario al brand, preservando al contempo le palme selvatiche e sostenendo i raccoglitori indigeni in tutta l'America del Sud. “Per svolgere un ruolo nell'evoluzione sostenibile dell'industria cosmetica, abbiamo notato come brand che non esiste una soluzione unica, ma è necessaria una grande flessibilità”, ha spiegato Oak. “Abbiamo deciso di lavorare a stretto contatto con i fornitori di materie prime. È essenziale sviluppare relazioni con i produttori di, comprendere da dove provengono i materiali e conoscere il loro ciclo di vita completo. Ciononostante, approvvigionarsi di materie prime sostenibili non è sufficiente. I brand devono continuare a lavorare sulla narrazione e sull'educazione dei consumatori, con un approccio trasparente e rimanendo fedeli alla loro filosofia”.

Per sviluppare una catena di approvvigionamento circolare servono soprattutto riferimenti scientifici standard, e unità di misura comuni sono necessari per perseguire la rivoluzione sostenibile nel beauty. Oggi, gli strumenti di misurazione per studiare l'impatto dei processi industriali sono ancora in fase di sviluppo. “Le metriche e gli standard di riferimento stanno ancora evolvendo per adattarsi alle diverse soluzioni sostenibili che caratterizzano il nostro settore, come le alternative da produzione biologica”, ha detto Laura Tirkkonen-Rajasalo, Co-fondatrice e Chief Compliance Officer di Sulapac Ltd, un'azienda specializzata in materiali sostenibili che sostituiscono la plastica. Le metriche possono aiutare a diffondere processi sostenibili e a renderli utilizzabili su larga scala. “I materiali a base biologica e le nuove soluzioni a basso impatto possono avere un costo più elevato al momento, ma con l'aumento dei volumi e l'efficienza dei processi i costi scenderanno, rendendole soluzioni più accessibili ai brand, anche per il mass market”, ha sottolineato Tirkkonen-Rajasalo. “Ciò che è notevole è che, sebbene il prezzo possa ancora richiedere una certa flessibilità da parte dei brand, già oggi non è necessario scendere a compromessi in termini di funzionalità o estetica. La circolarità non è solo legata al riciclaggio: la vera sfida è capire se le ultime soluzioni sono sicure sia per i consumatori che per il pianeta durante tutto il ciclo di vita, e qual è l'impatto ambientale di un prodotto fino al fine vita”.

"La discussione sulla circolarità nella supply chain si è concentrata molto sul packaging, perché è il settore più scontato quando si pensa alla fine del ciclo di vita di un prodotto e alle soluzioni sostenibili, ma anche le formulazioni e gli ingredienti sono elementi strategici", ha sottolineato Matthew Perkins, Founder e CEO di Macro Oceans, una startup che trasforma le alghe in sostanze chimiche a basso contenuto di carbonio per l'uso in imballaggi, alimenti, cosmetici e molte altre applicazioni.

Macro Oceans è una società di biotecnologia delle alghe che trasforma alghe coltivate in modo sostenibile in una gamma di sostanze chimiche a basso contenuto di carbonio, adatte all’utilizzo per le industrie della bellezza, alimentare e dei materiali. La scienza delle alghe sta aiutando l'industria cosmetica a eliminare i combustibili derivanti dal petrolio, ed è una delle molteplici soluzioni biotecnologiche che stanno reinventando la catena di approvvigionamento degli ingredienti. "I combustibili fossili devono essere sostituiti, e questo può portare a nuove opportunità", ha evidenziato Perkins. "È importante che i brand prendano parte attivamente alla rivoluzione climatica. I marchi dovrebbero i metodi di produzione e cercare qualcosa di diverso per cambiare il loro impatto e presentare prodotti sostenibili, che oggi sono molto ben accolti dai consumatori".
Sono necessarie più opzioni di fornitura, e i brand dovrebbero pretendere soluzioni più sostenibili nelle loro catene di approvvigionamento. "I marchi devono essere più ambiziosi e pensare a come sono fatti i loro prodotti e al loro impatto", ha ribadito Perkins. "Se adottano questo approccio, possono fare la differenza e diventare attori attivi di una grande evoluzione verso una sostenibilità più trasparente e realizzabile".

La sostenibilità come valore culturale: l'esempio dei paesi nord europei

I paesi del Nord Europa sono il simbolo di come la sostenibilità ambientale, insieme all’adozione della tecnologia, possa avere un impatto positivo sulla vita di tutti i giorni e migliorare il benessere degli individui.
L'ospite principale in un altro episodio del podcast CosmoFactory è stata Johanna Rönkkö, CEO di Nordic Beauty Inc, una società di import-export che facilita l’ingresso di brand internazionali nella regione, e aiuta l’export di brand nordici. Rönkkö è anche fondatore di due marchi di prodotti per la cura della pelle: NOBE e Scandy. “Nel Nord Europa condividiamo tutti gli stessi valori in termini di sostenibilità: ingredienti green e clean beauty sono concetti comuni tra i consumatori. Le popolazioni locali hanno un legame forte e vitale con la natura e con le aree non contaminate come le foreste. Abbiamo inoltre migliaia di laghi incontaminati: solo la Finlandia ne ha 150.000, e l'acqua del lago è praticamente potabile. Per quanto riguarda quindi il consumo di prodotti beauty, non sorprende che le persone del Nord Europa apprezzino marchi con valori etici molto marcati, ovviamente vegani e cruelty free”, ha confermato Rönkkö durante la puntata del podcast.

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