L’onicotecnica deve essere necessariamente anche un’estetista? Il dibattito è aperto e antico, anche per il vuoto normativo che colpisce la professione della nail artist, non ancora normata e, per certi aspetti, agganciata alla legge quadro sull’attività di estetista del 1990. Ma i dubbi sono e restano tanti, perché la specificità del ruolo dell’onicotecnica richiede un approfondimento diverso, che per molti addetti ai lavori va scollegato e può prescindere dal percorso di studi richiesto per ottenere la qualifica di estetista. Senza entrare nel merito di una discussione complessa, e forse ancora lontana da una soluzione condivisa, vi raccontiamo l’esperienza di Chiara Caruso, estetista di Roma che oggi lavora come… nail artist. E ha realizzato un sogno.
Chiara, quando hai iniziato a occuparti di unghie?
Ho iniziato il mio percorso di studi nel mondo della bellezza da estetista, ma senza lavorare sulle unghie perché ero totalmente assorbita dai trattamenti classici che si erogano in salone. Solo più avanti, quando ho trovato un centro estetico che me lo ha permesso, ho cominciato ad avvicinarmi alla ricostruzione e alla nail art. Dopo qualche anno, mi sono resa conto che mi ero fermata e ho sentito la necessità di acquisire nuove tecniche e di approfondire i miei studi, così ho cercato una scuola adatta alle mie ambizioni di crescita. Posso dire di averla trovata...e così, a 24 anni, è cominciata la mia nuova avventura come onicotecnica.
Quali sono stati i tuoi maestri, le tue fonti di ispirazione?
Prima di rivolgermi a Nailover ho cercato altre accademie ma alla fine ho seguito il mio istinto e ho scelto di studiare con la scuola di Eva Beata Burai, “sedotta” dalle Master del team, come Martina Maggi, con cui mosso i primi passi, e Chiara Amendola, con la quale collaboro tutt’ora.
Nel frattempo ho perfezionato la tecnica con grandi insegnanti, come Marianna Sandor, che continuo a seguire. Le mie ispirazioni nascono con lo studio, durante i corsi: più cresce il mio bagaglio, più sorgono nuove idee. Ma sicuramente sono le stesse insegnanti a stimolarmi per fare sempre meglio.
Che corsi hai seguito?
Il mio primo corso è stato quello Flat, 1° e 2° livello, poi ho proseguito con il babyboomer, al tempo proposto come nuovo trend. Successivamente ho approfondito la plastilina, che amo, il refill correttivo, che mi aiuta nel lavoro quotidiano, le Nuove forme in gel e acrilico, le Forme estreme, la Nail art sposa, la Nail art Natale, Soak off, Acquerello, Pittura cinese... e continuerò ancora con quest’ultima.
La preparazione preliminare di estetista ti ha aiutato?
Se si vuole intraprendere il percorso da onicotecnica consiglio di approfondire quel tipo di professione: è più accurato nei dettagli e anche seguendo un aggiornamento tecnico si ripassano sempre le basi. Lo trovo più utile rispetto alle nozioni generali che rilascia una scuola di estetica sui trattamenti unghie.
Come sono le tue unghie e le tue nail art preferite?
Mi piacciono tutte, forse la mandorla russa è al primo posto. Per quanto riguarda le nail art, tutti i decori con la plastilina o la pittura in gel.
Che unghie vedremo per queste Festività?
Non mancherà il rosso nelle unghie da salone, arricchite da Swarovski per evocare le palline di Natale o dai classici glitter per illuminare la gestualità femminile. Per la nail art, prevedo il ritorno dei piccoli dettagli, come i fiocchi di neve stilizzati, o l’effetto “maglioncino”, per decori in rilievo.